Beppe Sebaste è nato a Parma nel 1959 e ha abitato in vari luoghi: Bologna, Ginevra, Pietrasanta, Parigi e Roma, condividendo alcuni di questi luoghi con la pittrice e coreografa Cathy Josefowitz, da cui nel 1991 ha avuto il figlio Pierre Ilya.
Dopo anni di poesia underground ha esordito poco più che ventenne nella narrativa con L’ultimo buco nell’acqua (Aelia Laelia 1983), scritto con Giorgio Messori. Ha pubblicato racconti (Café Suisse e altri luoghi di sosta, 1992, Niente di tutto questo mi appartiene, 1994, entrambi con Feltrinelli, Oggetti smarriti e altre apparizioni, Laterza 2009), romanzi (Tolbiac, Baldini Castoldi Dalai 2002, HP. L’ultimo autista di lady Diana, Quiritta 2004, selezionato Premio Strega 2005, poi Einaudi Stile Libero 2007) e saggi (Porte senza porta. Incontri con maestri contemporanei, Feltrinelli 1997, poi Il libro dei maestri. Porte senza porta rewind, Luca Sossella editore 2010 (con nuovi capitoli e un cd).
Inventore di generi, il suo libro più inclassificabile è Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne (Laterza 2008, giunto nel 2018 alla 6a edizione). Il suo ultimo libro è uscito ha sperimentato il mondo della pubblicazione indipendente: Fallire. Storia con fantasmi, è infatti per ora venduto solo da Amazon, in formato digitale kindle e in edizione cartacea (con copertina di Anish Kapoor).
Suoi racconti sono presenti in varie antologie, tra cui Narratori delle riserve, a cura di Gianni Celati (Feltrinelli 1992) e Periferie, a cura di Stefania Scateni (Laterza 2006). Con Stefania Scateni ha curato il pamphlet Non siamo in vendita. Voci contro il regime (Arcana 2002). Ha tradotto e curato opere di Emmanuel Bove (I miei amici, Feltrinelli), Joe Bousquet, Nicolas Bouvier (Il Pesce-scorpione, Laterza; Il suono di una mano sola, Diabasis) e Le passeggiate del sognatore solitario di Jean-Jacques Rousseau (Feltrinelli-I Classici 1996, poi 2012, con una nuova Introduzione).
Ha collaborato per anni, tenendovi diverse rubriche, con l‘Unità, poi con la Repubblica e con Venerdì di Repubblica, e curato trasmissioni su Radiotre. Attualmente ha poca voglia di scrivere sui giornali, preferisce scrivere poesie e inventare alte forme di enunciazione e di racconto. Si alterna tra Roma e Narni, dove ha aperto e gestisce il “luogo per le arti” chiamato Stanza. Ci sono cieli dappertutto e non manca di soggiornare un paio di mesi l’anno in India.
Ultimo libro uscito, la raccolta di poesie Come un cinghiale in una macchia d’inchiostro (Aragno 2018)
Altre informazioni
Laurea in Filosofia (Estetica) con Luciano Anceschi, Università di Bologna, Dottorato di ricerca in Filosofia – Estetica – presso lo stesso ateneo, Beppe Sebaste ha in seguito trascorso anni a svolgere ricerche presso l’Università di Ginevra (Genève, dove è stato allievo di Jean Starobinski e di Georges Steiner, tra gli altri) e poi di Lausanne-Dorigny, in particolare all’Institut Benjamin Constant). Dal 1995 al 2002 è a Parigi, su invito di Jacques Derrida, all’EHESS, e direttore di seminari al Collège International de Philosophie (tra gli argomenti trattati: la lettera, la testimonianza, la confessione, il volto e il ritratto, Emmanuel Levinas, il “tono” nella filosofia, la forma enunciativa dell'”insegnamento”, etc. Ha insegnato filosofia, letteratura e scrittura presso diversi atenei e istituti d’istruzione superiore in Italia e all’estero. Tra le numerose pubblicazioni scientifiche, il volume Lettere & filosofia. Poetica dell’epistolarità (Alinea, 1998). Da anni si occupa di educazione degli adulti.