FALLIRE. Storia con fantasmi

“L’autore, che negli anni ‘80 è stato anche editore d’avanguardia, ha deciso di affidare alla diffusione nel web – regno del “self publishing” dove predominano libri di genere e romanzi di trame – un’opera considerata estremamente letteraria, agli antipodi della semplificazione. Pubblicare su Amazon non è solo un paradosso, ma un gesto critico nei confronti dell’attuale politica editoriale. Come se la letteratura dovesse, anche suo malgrado, uscire dall’editoria “classica” cui appartiene per avventurarsi come uno spettro nell’immaterialità del libro on line. Ed è proprio di fantasmi che questo libro ci parla ­– fantasmi psichici e sociali, scrittori fantasma”. (Stefania Scateni)

“Un libro fuori canone, particolarissimo, splendido. È, insieme, un metahorror, un’autofiction, una fotografia terribile degli anni Zero (e oltre), una restituzione di letture, una confessione. Insomma, è il nostro Carrère”. (Loredana Lipperini)

“Infaticabile flâneur con una predilezione per le periferie e le panchine, Sebaste stavolta indugia sui vialoni della finanza globale, dove un battito d’ali di Wall Street può gettare sul lastrico milioni di greci; sul processo a Saddam Hussein che trasformò la retorica del Raìs nell’ultimo nastro di Krapp; su come il governo Berlusconi brevettò l’equivalenza tra escort e parlamentari, bastava solo stabilire un prezzo; sul terremoto de L’Aquila, sulle sue troppo vere macerie e sulla ricostruzione in una New Town da reality show che ne seguì; sul modellino del Duomo di Milano lanciato contro il volto del Duce in sedicesimo che governava l’Italia da Massimo Tartaglia, esemplare antieroe della sconfitta, un ultimo autista di Lady Diana senza nemmeno Lady Diana, incontrato in un pallido pomeriggio d ’autunno a Cesano Boscone. Il Tristano di Leopardi invidiava i morti, e solo con loro si sarebbe cambiato; Sebaste coi morti ci parla direttamente, e a nessun altro chiede conforto; si tratti di Dante, che a sua volta ai morti dette la parola, di complici abituali come Kafka, Carver, Joe Bousquet, dell’ultimo compleanno di Antonioni, delle estreme profezie di Pasolini, fino all’ultimo passaggio di Walter Benjamin:“L’emergenza è la regola”.

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Fallire. Storia con fantasmi è un libro degenere, scosso dai brividi da un gelido umorismo beckettiano, che alla negazione di ogni genere da bancale contrappone la metastasi degli orrori, la concretezza dei fantasmi, alterna lo stillicidio della cronaca alle visioni cinematografiche, “professionali”, di uno scrittore di romanzi horror assediato dai suoi stessi mostri, zombi e revenants. Per calarsi in tutto ciò Sebaste non usa la prima persona, come sarebbe naturale, e nemmeno la terza, come sarebbe fatale, ma la seconda persona singolare. Così come aveva deciso di affidare il testo alla Rete e di fare a meno di un editore tradizionale, il narratore sceglie di darsi del tu,che è un modo di segnalare l’impossibilità di uscire da se stessi (“Tutto è meglio dell’io, ma dove metterlo?” si chiede Canetti), ma anche la necessità di tenersi a distanza. Finché,tra una divagazione Sebaste e l’altra, la sintesi finale arriva scritta su un muro, da qualche parte: “Una volta ero schizofrenico, adesso siamo guariti” (Nanni Delbecchi, Il Fatto quotidiano)

 

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FALLIRE Beppe Sebaste (cover) DEF