13 commenti

  1. Saper riconoscere nel mandala più ampio della Vita il filo d’Arianna che intreccia memorie, luoghi, persone, emozioni è un dono raro che sicuramente Sebaste possiede. Perdendosi nel piccolo particolare di un’ampia vicenda, che confonde micro-storia e macro-storia, l’autore ci dona un lampo di assoluto, di infinito e ci ricorda che siamo umanamente divini ma soprattutto divinamente umani.
    Caterina Maggi

  2. Grazie, Ada per le letture che consigli … temo che di questo passo l'estate si protrarrà (piacevolmente) fino all'autunno … ciao

  3. Aggiungo a quanto ha scritto Pino, che mi ha colpita perché anch'io leggendo Beppe ho “iniziato a camminare” verso conoscenze nuove dalle quali sono stata arricchita, che sto leggendo Nina Berberova “Il corsivo e mio” traendone infiniti spunti, personali e non.
    Segnalo a Pino anche “Viaggio in un paesaggio terrestre” di Vittore Fossati e Giorgio Messori – Diabasis che ho letto grazie a Beppe Sebaste.
    Ada

  4. No, non ci conosciamo ma ti ho 'conosciuto' ascoltando farenheit, parlavi di Walser, Bouvier, Messori e (mi pare) Celati. Autori che non conoscevo, ho letto molto di Celati, Bouvier e il tuo HP, molto bello come la tua vita letteraria raccontata insieme alla vicenda di HP sono sembrate 'una cosa sola', pur essendo 'cose separate' … Letteratura (maiuscola!) per librarsi un po' distanziati e un po' avvicinati alle circostanze del vivere

    Pino

    PS. alle letture che intendo fare per l'estate(Fedier, La voce dell'amico; Melville, Bartelby(Celati); Berberova, Il giunco mormoante (HP)) aggiungerò necessariamente il tuo “oggetti smarriti”

  5. caro Pino (chi sei? non so se ti conosco o no), grazie delle meravigliose citazioni di primo levi che riproponi e delle tue rilessioni. c'entrano sempre, c'entrano senz'altro, e comunque magari me lo confermerai leggendo il libro.
    che accoglie alcuni testi e storie di avvicinamenti a oggetti e soggetti in fase di pre o post annientamento, credo, o defraudati, o resi orfani… per questo parlo anche di “fantasmi”, argomento su cui da anni sto cercando di scrivere un romanzo che non è mai pronto…
    beppe

  6. Caro Beppe,
    nel nostro tempo dove quasi tutto è oggetto da possedere freneticamente (come i libri che amo tanto) e altrettanto freneticamente da abbandonare, nell'inconsapevole vivere di ogni giorno (l'ingenuità del percepire direbbe Husserl), questo richiamo agli oggetti di Primo Levi è una appello alla inviolabilità dei soggetti, di noi tutti. Oggi quando ogni oggetto, ogni cosa è sempre più qualcosa da acquistare e sempre meno qualcosa di cui prendersi cura (qui penso ad Heidegger) questo richiamo agli oggetti è un invito ad un tornare a saper stare con dignità nel nostro mondo …
    ciao
    Pino

    ps. no so quanta attinenza questa riflessione abbia con il tuo libro ma è ciò che ho sentito di volerti scrivere

  7. terza parte (3/3)
    “Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a quor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato in base ad un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato del termine “Campo di annientamento”, e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo.”

  8. seconda parte (2/3)
    “Noi sappiamo che in questo difficilmente saremo compresi, ed è bene che sia così. Ma consideri ognuno, quanto valore, quanto significato è racchiuso anche nelle più piccole nostre abitudini quotidiane, nei cento oggetti nostri che il più umile mendicante possiede: un fazzoletto, una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. Queste cose sono parte di noi, e quasi come membra del nostro corpo; né è pensabile di venirne privati, del nostro mondo, ché subito ne ritroveremmo altri a sostituire i vecchi, altri oggetti che sono nostri in quanto custodi e suscitatori di memorie nostre.” … continua

  9. oggetti smarriti e s-oggetti ritrovati, un brano di Primo Levi, da Se questo è un uomo p.26 , la posto in tre parti per non decontestualizzare la pagina. La parte che avrei citato da sola, che il tuo libro mi ha richiamto alla mente è la 2/3:

    prima parte (1/3)
    “Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe,anche i capelli; se parleremo, non ci ascoteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga” …continua

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