Marino è un dropout, un diverso, un disadattato politico, una specie di “Chance il giardiniere” rispetto ai democristiani (nell’anima) che si sono avvicendati come sindaci a Roma, e che hanno nascosto gli immensi problemi sotto una coltre di illusioni, di giochi di prestigio, coprendo il marcio con delle spruzzate di profumo, le buche nelle strade con dei festival del cinema, mentre sparivano i cinema. L’incredibile persecuzione in atto nei suoi confronti, mai accaduta nei confronti di conclamati mascalzoni, è una pratica mafiosa di cui personalmente spero che i cittadini di Roma si rendano presto conto, e nello stesso tempo una strategia di distrazioni (oltre che di veri e propri sabotaggi), una distrazione di massa dalla criminalità politica che ha prosperato, intoccata, per decenni. Marino è odiato da tutti quelli che perdono profitti e privilegi, da chi aveva e ha oscuri poteri, ed è stato ostacolato fin dall’inizio dai politici professionisti, in primis dal Pd (era stato votato alle primarie). Marino, e il suo essere fuori di ogni giro, forse addirittura la sua apparente presunzione, la sua immacolata ingenuità (non ha neanche il minimo conflitto di interessi, poveraccio) è ciò che lo rende inassimilabile al potere corrotto che ha prosperato in questi lunghi anni a Roma. Il fatto che Marino per molti non funzioni (e meno male che “non funziona”, dico io), che sia o sembri imbranato, o che sbagli nella comunicazione, è anche questo garanzia di una moralità e di una pulizia, sicuramente di una discontinuità. Per questo sono un sostenitore convinto di Ignazio Marino – il quale, per inciso, non mi è mai stato simpatico (e forse mi piace anche per questo).
Premesso questo, volevo solo linkare questo articolo, come già in Facebook:
Ignazio Marino: le vere ragioni di un linciaggio senza precedenti