Sant Jordi, i libri e le rose (e la nave dei folli)

Cammino negli ampi marciapiedi della larghissima avenida Diagonal, diretto verso La Rambla. Anche qui, in questo quartiere di uffici e residenze di lusso, il percorso è costellato di ragazzi e ragazze coi banchetti di rose rosse, che offrono ai passanti regalando sorrisi. Sorrisi veri, dolci, come gentile (anzi, cortese) è l’atmosfera che si respira.

Poi incontro i primi stand di libri, tende che espongono volumi, ma anche tavoli coi cartellini ordinati dei nomi degli autori che, nel corso della giornata, si succederanno per firmare libri ai lettori. Ma all’ennesima offerta di rose mi accorgo di essere commosso. Il taxista il giorno prima mi aveva avvertito: “Quello di domani, è qui il giorno più bello dell’anno. Noi non festeggiamo san Valentino, ma san Jordi”. E’ la festa dell’amore, questa è la verità – anche se è nota al mondo come la festa dei libri e delle rose.

Sono arrivato qui con una stravagante compagnia di autori catalani e italiani in una nave carica di libri salpata da Civitavecchia. Ma che c’entrano i libri (e gli scrittori) con san Giorgio? Il fatto che il 23 aprile sia anche la data della morte dei due più grandi interpreti della follia amorosa e letteraria, Cervantes e Shakespeare, è un’ulteriore magica sincronia.
Un amico poeta che era a bordo della nave, Sergio Zuccaro, ha sintetizzato così la storia. San Giorgio uccide il drago, e dal suo sangue ricava una rosa da offrire all’amata, la principessa – e fin qui è la leggenda ufficiale. Ma, continua l’amico, la principessa rifiutò quella rosa ancora sporca di sangue di drago, e San Giorgio, deluso, si convertì alla letteratura. San Giorgio, in realtà, è allora Don Chisciotte (o quest’ultimo ne è l’avatar). Si sa che Don Chisciotte, divenuto tale dopo aver letto i poemi cavallereschi, è uno dei primi esempi di “conversione” letteraria – dopo il celebre “Galeotto fu il libro” di Paolo e Francesca nell’Inferno di Dante. Conversione è sempre una “vita nuova”, rinnovata dall’amore. O dai libri. O dall’amore per i libri – di cui la festa di San Jordi sarebbe il festoso richiamo.

Tempo per sproloquiare e delirare ce n’è stato parecchio, durante la traversata del Tirreno a velocità di crociera sulla nave dei folli, o per meglio dire degli stravaganti – una comunità di lettori e scrittori messa insieme dalla rivista Leggere tutti di Sergio Auricchio sulla nave di linea della Grimaldi tra Civitavecchia e Barcellona. I giornali spagnoli hanno salutato tra gli altri la nostra presenza a bordo (oltre al sottoscritto, Valeria Parrella, Paolo Colagrande, Franco Matteucci, Brunella Schisa, Ennio Cavalli, i catalani Eduardo Marquez. Marc Pastor e Maite Carranza etc.).

Ventiquattrore insieme su una nave come su una grande panchina galleggiante, luogo di rêveries e trasognamenti, a volte di saudade, come quei lettori belli da vedere che si isolavano sulle panchine più nascoste dei ponti a leggere un libro. Un porto franco del linguaggio, anche, proprio come accade sulle panchine. Per questo la crociera letteraria è stata una buona idea, perché ha ricordato che l’extraterritorialità del mare e l’extraterritorialità della letteratura in fondo coincidono, anche senza parlare del desiderio profondo di “evasione” da una realtà soffocante avvertito in questa epoca dagli italiani. Diceva il filosofo Michel Foucault che “la nave è l’eterotopia per eccellenza. Nelle civiltà senza navi, i sogni si inaridiscono, lo spionaggio sostituisce l’avventura, e la polizia i corsari”. (A tenere svegli i sogni, sulla nave dei libri, la bravissima Alessandra Casella con la sua booksweb.tv, unica televisione votata integralmente ai libri).
Intanto sfoglio a poco a poco la città e arrivo a piedi in centro costeggiando decine di tende di librai, di associazioni, di radio, di editori, tutte votate ai libri e alle rose. Sulla Rambla la folla è immensa. Gli scrittori ispanici ci sono tutti, ma El Paìs, così come altri giornali spagnoli e catalani, ha salutato la novità, grazie allo stand delle librerie Arion, di avere per la prima volta a San Jordi libri italiani in lingua originale: “Nella Rambla, all’altezza della metro di Drassanes, si parla italiano” – spiegava ieri il giornale spagnolo. “Già salendo le scale del suburbano, la melodiosa lingua di Dante si impone. E’ che la nutrita comunità di italiani residenti a Barcellona, 22.684 secondo gli ultimi dati, si sono dati appuntamento qui insieme agli 800 amanti della letteratura arrivati dal porto di Civitavecchia e sbarcati a Barcellona per vivere il loro primo Sant Jordi”.

San Giorgio, i libri e le rose: il sogno cavalleresco di Don Chisciotte – trattare il mondo come se fosse un libro, e i libri come se fossero il mondo – si avvera collettivamente, pacificamente. Un’atmosfera che non sentivo dai primi festival della letteratura di Mantova: lettori che si incontrano, si toccano, per diventare – come diceva il giovane Holden – amici per la pelle. 

(reportage uscito su l’Unità del 26 aprile)

6 commenti

  1. penso che sia tu da ringraziare, con una rosa metaforica (i libri evidenemente ce li ha già)… non restare anononimo. un sorriso, beppe

  2. Sono uno di quei “lettori belli da vedere”, credo… Sono uno di quei lettori che dal ritorno dal viaggio è tornato piú ricco. Per tutte quelle emozioni enormi che ho provato. La nave, la letteratura e il cinema (leggeri, senza nessuna puzza sotto il naso, era la mia paura), barcellona, la sua festa e tutte quelle donne con la rosa in mano, le panchine e l'aria splendida che ho respirato. Viaggio splendido per me. Davvero splendido. Grazie di cuore Beppe e grazie a tutte quelle persone che in un modo o nell'altro hanno partecipato a questa fantastica cosa.

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