Si parla e si è parlato molto di soldi, di valore, di crisi economico-finanziaria. Perfino il Papa, che non paga l’Ici sugli immobili, che percepisce l’otto per mille degli Italiani, ecc. I soldi non sono solidi, ha detto. Anch’io sto pensando, non da oggi, al fantasma dei soldi. Ma è un fantasma su cui un altro vecchio fantasma, che degli spettri ha sempre avuto – dal suo primo apparire – la facoltà di tornare e di aggirarsi, ha ancora da dire. Per esempio questo, per cominciare:
“Il denaro, che possiede la proprietà di comprare tutto, la proprietà di appropriarsi di tutti gli oggetti, è l’oggetto in senso eminente, il cui possesso è il possesso più eminente. L’universaltà della sua proprietà è l’onnipotenza del suo essere; esso è considerato l’ente onnipotente. Il denaro è il mediatore – il mezzano – tra il bisogno e l’oggetto, tra la vita e il mezzo di vita dell’uomo. Ma ciò che mi serve come mediatore della mia vita, mi fa mediare di conseguenza anche l’esistenza degli altri uomini. Il mio prossimo, è il denaro.
Scrive Shakespeare, in Timone di Atene:
‘Dell’oro! Dell’oro giallo, prezioso, scintillante! No, Dei del cielo, non è la mia una frivola supplica. Un tanto di oro fa nero il bianco, bello il brutto, buono il cattivo, giovane il vecchio, valoroso il vile, e nobile l’ignobile… Questo oro fa allontanare i vostri preti dai vostri altari; fa strappare il cuscino sotto il capo dei moribondi; questo giallo schiavo scioglie e annoda i legami più sacri e i sermenti, benedice i maledetti, rende amabile la lebbra, onora i ladri e dà loro il titolo, gli omaggi e le lodi del banco dei senatori; conduce i pretendenti alla vedova avvizzita. Questo oro ringiovanisce come balsamo e trasforma in un fresco giorno d’aprile colei che ripugnerebbe con nausea in un ospedale per le sue piaghe purulente. Maledetto metallo, comune puttana dell’umanità, che metti la discordia tra i popoli…”
Shakespeare dipinge magistralmente il denaro e la sua natura […] Ciò che è mio, ciò di cui posso appropriarmi mediante il denaro, ciò che posso – cioè può il denaro – comprare, ciò sono io, il possessore del denaro. Le proprietà, qualità del denario sono le mie qualità e forze essenziali. Ciò che io sono e posso non è affatto determinato dalla mia individualità. […] Sono cattivo, disonesto, senza scrupoli senza ingegno, ma il denaro è onorato e così lo sono anch’io, suo possessore. Il denaro è il più grande dei beni, dunque il suo possessore è buono. Il denaro mi dispenda inoltre dalla pena di essere disonesto, e mi si presume onesto. Io sono senza spirito, ma il denaro è lo spirito reale di ogni cosa, come potrebbe dunque il suo possessore essere senza spirito? Inoltre può comprarsi gente ricca di spirito, e chi ha potere sulla gente ricca di spirito non è più ricco di spirito dell’uomo ricco di spirito? Io che posso avere, grazie al denaro, tutto ciò che un cuore umano desidera, non possiedo allora tutti i poteri e le facoltà umane? Il mio denaro non trasforma tutte le mie impotenze nel loro contrario?
Se il denaro è il legame che mi connette alla vita umana, alla società, alla natura e agli uomini, non è il legame di tutti i legami? Non è anche ciò che può separare e spezzare ogni legame? […]
Shakespeare fa risaltare soprattutto due proprietà del denaro: è la divinità visibile, la metamorfosi di tutte le qualità umane e naturali nel loro contrario, la confusione e perversione generale delle cose, la conciliazione delle incompatibilità. E’ la prostituta universale, l’universale mezzana di uomini e popoli”.
(Karl Marx, “Il denaro”, appunti contenuti nei Manoscritti economico-filosofici del 1844), responsabilità della traduzione mia, b.s.)
P.S. “Oh Lord, want you bay me a Mercedes Benz…” (Janis Joplin)
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per Blog intiresny
necessita di verificare:)
non lo so caro sergio, temo che l’alenazione (per usae una parola del giovne vecchio marx, sia molto più avanzata di quello che crediamo, e anche la sonnolenza, l’indifferenza…
bravo beppe, hai colto nel segno>è da qui, da una rivoluzione etica, che bisognerebbe ricominciare tutto daccapo>altro che programmi politici>sarebbe bello se qualcuno capisse che con le stesse lettere di denaro>ci si può scrivere anche “donare”>citando marx tu ci hai provato>un abbraccio>piumalarga