Dalla pagina Facebook di Beppe Sebaste, un post di ieri:
Probabilmente sarò l’unico (no, siamo in due, c’è anche un mio amico) a non avere amato Parasite, un film che da un certo punto in poi mi ha annoiato moltissimo, come se non sapesse dove andare a parare, né come finire); ma l’inizio dell’articolo di Roberto Saviano oggi su Repubblica, riguardo agli Oscar vinti da questo film – “Non era mai successo che come miglior film vincesse un film non americano, di un regista non americano, non ambientato in America…” – mi ha dato tristezza. Abbiamo già dimenticato i nove Oscar a “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci – al miglior film, al miglior regista, ecc. ecc.? Sì, il film di Bertolucci era in inglese, non in un’altra lingua come Parasite, ma era anche 32 anni fa, e la deterritorializzazione, per dir così, e in generale la trasgressione, era già nel raccontare una storia così spostata nello spazio e nel tempo dagli standard dei film americani. Non così Parasite, un film in perfetto stile americano (i maestri riconosciuti di Bong Joon-ho sono americani, a partire da Scorsese)… Possiamo anche discutere di tutto, ma è la rimozione probabilmente involontaria della memoria e della storia che mi deprime moltissimo…
(P.S. Pensavo di essere solo in questi sentire, ma il post è stato condiviso, soprattutto per quanto riguarda la perdita della memoria… Aggiungo questo: che i commenti degli altri mi hanno fatto sentire meno solo e meno alieno. E che è quanto meno buffo cheBuffo che un film che vorrebbe tematizzare gli alieni sociali produca isolamento e faccia sentire più alieni quegli spettatori – una minoranza, certo – che non attribuisce al filmdi Bong Joon-ho un consenso e un successo numericamente così universale e imponente…)