Sulla difficoltà di parlare del concetto di “stanza”

interno notre dame

da: Sulla difficoltà di parlare del concetto di “stanza”

(in: Come un cinghiale in una macchia d’inchiostro, Aragno 2018, pp.141-144)

 

[…]

infatti adesso anzi già da un po’

mi sono venute in mente le cattedrali

gotiche

che non c’entrano niente

con quello che ho detto

le cattedrali gotiche prima non

mi piacevano e adesso le vedo

bellissime e grandi

con la stessa purezza a volte

delle basiliche romaniche,

le chiesette di

campagna

 

le cattedrali gotiche avevano dentro i mercati

e le assemblee della gente

erano grandi compassionevoli stanze

e dentro il cielo era altissimo

anche quando fuori era basso

per via della nebbia

ci si viveva dentro e ci si riparava

dalla paura, dal freddo, coi corpi

di quelli come te

vicino al tuo

 

lo so che Cristo mandò via i mercanti

dal tempio

e questo prima mi piaceva

ma nella generale pagliacciata che è la vita umana

o meglio la sua civiltà

è normale essere mercanti anche

nella cattedrale gotica

o nel tempio –

come un baba col passaporto

e i profeti che si materializzano al mercato

prima di salire al cielo in una

bancarella di fuoco

come il carro di Isaia risplendente

di puro shining

di santità

 

noi mercanti li guardiamo dalla nostra

piccola estasi portatile

con il gelato che si scioglie e ci cola

nella mano, contenti

e beati quasi,

prima di contrattare il prezzo

di quei santini, di quelle mandorle

di quelle noccioline

[…]

la cattedrale gotica la stanza il tempio

le albicocche i pistacchi

i mirtilli secchi le noci

i cristalli di zucchero

 

l’acqua la sabbia la neve il vento

il fuoco