Venezia, isola di San Servolo, un reportage gonzo (settembre 2014) (avevo scritto 1914)

  Sono di nuovo a Venezia fuori stagione, c’è il sole e cammino tra l’Arsenale e San Marco verso l’imbarco del vaporetto per San Servolo. Passo davanti alla targa di marmo sul muro dell’Hotel Gabrielli, dice che Franz Kafka soggiornò lì nel 1913 e vi scrisse molte delle lettere a Felice. La coincidenza è blanda,…

Carne e polvere (Boltanski a Ustica)

Personnes, plurale di “persona”, ma soprattutto in francese plurale di “nessuno” (per non dire l’etimologia della parola, “maschera”, identità provvisoria e precaria, senza appartenenza), è il titolo dell’ultima opera-installazione di Christian Boltanski, presentata l’anno scorso a Grand-Palais a Parigi e quest’anno all’Hangar Bicocca di Milano (si è conclusa ieri l’altro). A Parigi, in un immenso…

Il volto che s’offre (etica e fantasma)

“Il volto è rivolto a me, è questa la nudità stessa”. Ripenso a questa frase del filosofo Emmanuel Levinas a proposito della nuova Ostensione della Sìndone a Torino, meta di pellegrinaggio. Perché è importante? In un mondo in cui si fanno guerre per non guardarsi in faccia, e si trasformano le singole vite in cifre…

Un’opera contemporanea. Boltanski e il plurale di nessuno

Rivedo, a 48 ore dalla chiusura, la mostra monumentale di Christian Boltanski al Grand-Palais di Parigi, il giorno prima di una tavola rotonda in cui con altri scrittori europei, scelti da Boltanski, sono stato chiamato a testimoniare delle parentele tra la letteratura e l’arte sotto il profilo della memoria, dell’intreccio tra vita e finzione. Sotto…

Christian Boltanski e la scommessa col diavolo

Se oggi quando si parla di arte spesso si parla di memoria, testimonianza, archivio, documentalità, e a volte ci si confonde tra un deposito di “oggetti smarriti” (o ritrovati) e un’installazione, tra un’opera e la vetrina di un Banco dei Pegni, credo che molto sia dovuto al lavoro ininterrotto ed esemplare di Christian Boltanski, che…