Come scrivo i miei quadri (…) le cose e le ombre – i colori le stelle i fiori le forme tutto – sono inseparabili da tracce, segni scrittura che non sarà mai letta, o mai letta interamente che anzi deve rimanere illeggibile salvo essere vista come pura lingua lingua che attesta se stessa significanti che testimoniano l’umano…
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Le parole spariranno. Emilio Villa e il Mahabharata (storia di questo video di 30 secondi)
Quando ricevetti per mail l’invito di Andrea Cortellessa alla presentazione, giovedì 18 dicembre 2014 alla GNAM di Roma, del volume L’opera poetica di Emilio Villa, pubblicato con infinito merito da L’orma editore; e soprattutto alla maratona di letture a più voci dedicata a Emilio Villa che si sarebbe tenuta la sera di quello stesso giovedì…
I poveri sono ricchi
A Calcutta dove i cani sembrano morti di giorno ai bordi delle strade e i taxi gialli vanno così in fretta che ucciderebbero pur di non far attraversare la strada a qualche vecchio e corrono verso Park Street o al Bengal Club dove lasciano giù tutti quei poveri che si danno da fare per sembrare ricchi, bisogna andare fuori dal centro nel fitto della foresta urbana…
Tornare a casa (frammento tagliato, ritrovato, forse salvato, non so)
Il fatto stesso di scrivere non significava che vivere era insufficiente? Come è possibile che la vita sia troppo poco? La verità è che volevo ritornare a casa, provavo un bisogno disperato di tornare, ma non sapevo come. In quale casa se provavo nostalgia anche quando c’ero? In una casa più casa. Il…
Le prigioni di Levinas
I disegni sono di M. Tom Dieck, tratti da Levinas/Dieck, Le visage de l’autre, Seuil 2001 Non è molto agevole parlare in un giornale dell’opera di Emmanuel Levinas – “maestro travestito da filosofo”, scrissi, “ebreo travestito da greco”, scrisse Jacques Derrida. Fondazione di un’etica che ha aperto e ecceduto la filosofia verso l’esperienza dell’altro, degli…